sabato 19 settembre 2009

Destra e sinistra

Sto ripensando alle mie posizioni politiche, ci sto ripensando seriamente.Intendiamoci, non sarò mai fascista, né diventerò un uomo privo di spinte di tipo egualitario, nel senso socialista del termine.Però, allora, sto rivedendo la mia visione della politica quanto meno in Sicilia.Dove si trova l’alternativa alle destre in Sicilia? A sinistra. Cosa è la sinistra in Sicilia? Si apre il capitolo più difficile.Per anni abbiamo sentito la storia, la litanìa che la sinistra non vince perché c’è la mafia (è vero), che la sinistra non vince perché ci sono i brogli (verissimo), che la sinistra non vince perché non coesa, è divisa spesso su questioni fondamentali rispetto alle quali la destra mostra vigore e compattezza (ancora più vero).Ma non è solo questo. La sinistra a Palermo, in particolare, ed in Sicilia, con dovute e caute eccezioni non vince o vince poco perché non sa interpretare e conoscere la realtà. La sinistra non vince perché è lontana dalla gente dei ceti medio bassi e dei ceti, diciamo in modo banale, popolari.Chi sono gli interlocutori con cui gli uomini della destra parlano? Borghesi di sinistra. Professori universitari, professionisti, nobili di antica origine. E’ una colpa essere ricco ed essere di sinistra? E’ una contraddizione? No, non è una colpa né una contraddizione.Diventa una colpa ed una contraddizione quando però questa sinistra è lontana, lontanissima dal popolo, quando non sa parlare il linguaggio della gente comune, quando sa offrire alle persone solo cose inutilizzabili in una realtà difficile e pesante come Palermo.Palermo ha bisogno di lavoro, di legalità, di presenza dello Stato, di pulizia etica e materiale.Cosa risponde la sinistra? La sinistra parla arroccata nelle proprie posizioni elitarie, non sta in mezzo alla gente, non va – se non raramente – nei quartieri, non organizza i propri incontri elettorali decisivi (vedi Finocchiaro al Khalesa) nei quartieri popolari, non sa intercettare i bisogni dei disoccupati di Palermo, non sa affrontare quei problemi. Perché? Perché gli uomini della sinistra per lo più non hanno origini umili e per questo in modo naturale non sanno capire la realtà sotto-borghese e popolare. Perché la sinistra non si propone come un modello accettabile dalla gente ignorante. Perché in definitiva la sinistra nasce (questo non è un problema) e rimane (questa è una colpa) borghese.Cosa si potrebbe dire, a contrario? Perché invece la destra siciliana intercetta i voti ed i bisogni dei quartieri popolari? Perché per varie ragioni è più vicina, è più presente. Non voglio entrare nel merito di tutte le ragioni che stanno alla base di queste differenze ma ne voglio affrontare solo una, una delle più importanti.La sinistra siciliana, e palermitana in particolare, in quanto classe politica di esclusiva formazione borghese non accetta la crescita dal basso delle forze sociali. Non si forma all’interno della sinistra una classe emergente di lavoratori, intellettuali, professionisti che viene dal basso. Il riscatto sociale a sinistra non si può realizzare perché la sinistra è chiusa, è un cerchio rivestito di filo spinato che non permette a nessuno di entrare al vertice, di salire. Questo perché, ripeto, la sinistra in Sicilia nasce e sempre rimane solo borghese. La destra è piena di borghesi (medici, imprenditori, anche professionisti) - seppure meno della sinistra - ma contiene al suo interno anche soggetti di estrazione diversa, anche extraurbana. Questo è un dato fondamentale: in provincia – con poche eccezioni – vince l’udc, vince forza italia. La provincia di Palermo ed Agrigento è l’emblema di questa distanza borghese della sinistra. La vera periferia dove si celebra ogni giorno la distanza dello Stato è la provincia di Palermo e quella di Agrigento. La destra siciliana – lo devo dire - sa trovare il modo per avvicinare il popolo e lo sa irretire con (spesso false) promesse di crescita, raccogliendo così consensi. La destra siciliana è più aperta al popolo perché comprende che è soprattutto da lì che raccoglie i propri voti, dal momento che la sinistra trova ancoraggio nella maggior parte delle classi borghesi. Nella destra siciliana si possono allora realizzare le poche speranze del riscatto sociale, della crescita di soggetti provenienti dal basso che lentamente possono emergere. A destra sono pieni di consiglieri provinciali e regionali con poca istruzione o nessuna laurea. Quale è il vantaggio di ciò? Bisogna purtroppo dirlo: le persone dei ceti bassi e sotto-proletari sono più difese in questo modo, è la verità. Qualcuno riesce persino a trovare un lavoro così. E’ giusto? No, è sbagliato perché il lavoro andrebbe trovato sempre con la meritocrazia, sempre con la fatica e la qualità. Ma a sinistra come si fa a trovare lavoro se si è fuori dal cerchio sacro della borghesia? Non è possibile, perché la sinistra non rappresenta né difende gli interessi delle classi più basse e, di conseguenza, al di là dei guasti congeniti (mafia, brogli elettorali etc.) non raccoglierà mai i voti necessari a governare.Perché mi agito tanto contro la sinistra? Perché le sinistre da sempre hanno una responsabilità maggiore: sono la parte politica che per definizione deve difendere e fare gli interessi dei più deboli. Non è un fatto accettabile per la gente realmente di sinistra che nei quartieri popolari la gente voti solo a destra. Non è accettabile.E’ chiaro, ci sono ragioni a tale fenomeno.La sinistra siciliana ha una composizione storica e culturale diversa dalla sinistra di altre parti di Italia, che non a caso ha costituito da sempre lo zoccolo duro di questa area culturale e politica.Qui non ci sono fabbriche come al Nord, qui non è l’Emilia, la Toscana, dove pure i borghesi – anche più ricchi – ci sono sempre stati ma dove pura la componente operaia da sempre era fortissima.La Sicilia è terra di latifondo, di campieri e mafiosi, ma è anche un terra di contadini, di pescatori, di ex-contadini ed ex-pescatori. Cioè è una terra in cui la composizione sociale è fortemente caratterizzata dalla presenza di un ceto basso, potenziale votante della sinistra perché titolare di bisogni che la sinistra dovrebbe rappresentare e tutelare.Un altro aspetto.La mafia. La lotta alla mafia è duplice: si fa con le indagini, con i giudici che cercano di smantellare quelle trecento famiglie che governano la Sicilia. Ma si fa anche sul piano sociale, nei quartieri degradati dove la mafia alimenta consensi dalla infinita trascuratezza di uno Stato ogni giorno sempre troppo borghese e poco sociale.Le mie sono forse parole poco lucide perché anche dense di rabbia: la rabbia di chi forse ha capito definitivamente che la Sicilia con menti “di sinistra” come quelle che abbiamo avuto ed abbiamo non ha speranza e non ha futuro. La nostra sinistra non ha nessuna parentela né alcun legame con la realtà in cui invece dovrebbe operare. I suoi figli sono cresciuti nelle scuole per ricchi, hanno frequentato quelle stesse persone per anni, hanno trovato lavoro grazie a quei soliti giri di amicizie e conoscenze in una maniera molto italiana, alcuni di essi sono entrati nei quartieri popolari solo per comprare il fumo e fumarselo alle feste con amici fighetti alternativi.Questo tipo di sinistra, in definitiva, è solo un vezzo, una moda o una specie, ancora peggio, di moralista e vuota rivendicazione di una maggiore intelligenza, di una maggiore moralità, di una maggiore fantasia. Questo modo di porsi denuncia proprio il peggiore degli atteggiamenti borghesi: la demarcazione in una linea ben visibile tra i puri e gli impuri, tra quelli che hanno raccolto il sacro seme della verità (borghese) e quelli invece che per atavica eredità sono condannati ad una vita primordiale fatta di corruzione ed ignoranza.Pasolini ci ha insegnato che la cultura borghese è pessima proprio perché distrugge le altre culture, perché destituisce di senso le altre culture, imponendoci in modo fascista che esiste una sola cultura giusta (quella borghese) ed imponendoci il rifiuto delle altre culture (quella contadina, quella delle isole minori, quella dei paesi dell’entroterra, quella dei quartieri popolari e delle borgate).La sinistra è vittima di questo processo di cancellazione borghese: i suoi figli, quindi, - con pochissime e meravigliose eccezioni – non hanno un reale interesse verso la povertà e l’ignoranza. Allora dico questo: la colpa non è essere nati ricchi, anzi. Il borghese porta vantaggi alla società per la sua stessa condizione. E’ una preziosa risorsa. Egli che ha avuto la possibilità di studiare, di capire, che ha avuto tutti i mezzi possibili per conoscere la realtà ha il dovere di cambiarla se si reputa di sinistra perché ha una maggiore responsabilità verso i guasti del mondo in cui vive. Perché, a differenza di altri, ha avuto la possibilità di viaggiare e di leggere. Perché non è ignorante ed in quanto tale potrebbe scegliere di essere libero.Quale è il simbolo concreto di questo discorso? Peppino Impastato. Lui era figlio di un mafioso, aveva potere e poteva averne anche di più Ha deciso, per qualche motivo insondabile che cade all’improvviso nell’anima di un ragazzo, di diventare di sinistra e di lottare per qualcosa, per cambiare qualcosa. Da quello che abbiamo imparato di lui, dove stava? Dove viveva e combatteva?A CINISI! In mezzo alle persone, per strada. Questa è la sinistra – o in generale la politica che vorrei costruire ed in cui darei tutta la mia passione - alla quale mi inchino. Non quella parlottiera e stravagante che poi con finto moralismo è brava a lagnarsi e puntare l’indice contro i selvaggi che votano a frotte a destra.Mi dispiace per essermi dilungato ma avevo bisogno di dire queste cose.Io sono stanco di questo tipo di sinistra, per cui evidentemente non posso votare. D’ora in poi apprezzerò solo gli uomini, di destra, di centro o di sinistra, che conoscerò e che reputerò onesti, capaci, intelligenti.Se davvero un po’ di verità e di onestà è rimasta in fondo al cuore in persone di sinistra questi dovrebbero smetterla con i proclami borghesi e retorici e parlare in modo chiaro e comprensibile solo dei problemi della gente. Solo così questo partito può avere un senso altrimenti – come purtroppo credo – non sarà che un infantile gioco borghese e non rimarrà che confidare, come sempre accade in Sicilia, nell’onestà, nell’amore e nel coraggio di singoli eroi (di destra e di sinistra) senza sperare in un cambiamento culturale di tipo veramente radicale.